destionegiorno
Un tempo scrivevo molto. Avevo parole che venivano a trovarmi ed assemblavo insieme, spesso riuscivo a farle danzare. Il tempo, la vita, la consapevolezza, gli avvenimenti, mi hanno smorzata. Quella vena dolce e delicata, pura, non esiste più. Ora scrivo meno, non potrei costruire parole, ... (continua)
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qui nel mare giocano
i venti di terre
che lascio indietro
avanzando verso l'estate ancora accesa
, nello scirocco che si avviluppa al meltemi...
.si abbracciano i venti
qui dove non esiste terra di confine...
non so dove sono
,non ho... leggi...
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andena tatiana
Ti scrivo attraverso la finestra
opaca e invisibile di un tempo che scolora
e come ladro porta via momenti e odori
immagini e ricordi che sono eredità
ma intanto chiamo
io ti chiamo utilizzando un codice a barre
quello del dolore che non passa
e della complicità che resiste e vive
e si inalza quasi fossi tu il mio trofeo
la mia liberazione alle gabbie
e la paura del futuro che inghiotte
i sorrisi che un tempo erano lo specchio
del futuro che ci ha traditi
Io ti chiamo
e parlandoti ti mantengo vivo
e tu sei vivo di una vita che non ha sangue ma catene
e queste catene sono le mie lacrime
sopite, ghiacciate, spinte dentro nel gorgo dell'anima
e a galla nel mio mare restano i ricordi
e le risate, e le mani strette della morte
e i paesaggi vissuti e la disperazione
l'amore e la morte continuano
senza vergogna né ritegno
io difendo la tua vita che non c'è più
ma che mi pulsa dentro
per l'eternità che non passa.
A mio marito, Nunzio Carcione |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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